Un dirigibile ci sorvola il 19 giugno 1919
pubblicato il: 01/06/2010
da: Il giornale di palazzolo s/o
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Un dirigibile ci sorvola il 19 giugno 1919

 

Dalle pagine del volume di Enrico Mirani "Fra campi, piazze e teatri", che ho avuto in omaggio dalla BCC di Pompiano e Franciacorta, riprendo una corrispondenza giornalistica che racconta la giornata del 29 giugno 1919 a Palazzolo. La foto del dirigibile è stata pubblicata sul volume "Le opere di guerra e di pace..." del 1923.

"Dal cielo cadevano coriandoli di carta. Da principio, lassù in alto, piccoli come gocce di pioggia, poi sempre più grossi fino a palesarsi per quel che erano: foglietti stampati. La gente li raccoglieva ancora in aria, incuriosita, mentre con le mani salutava la macchina volante prima di leggere il testo patriottico dei volantini. II motore rombante del dirigibile sopra Palazzolo era stato una sorta di segnale: la popolazione, uscita dalle case, si avviava verso il luogo della festa, il piazzale del Mercato dove, il mattino di quella domenica 29 giugno, erano in programma la solenne inaugurazione del vessillo dell'Associazione Combattenti e la consegna delle benemerenze ai reduci. II dirigibile, dopo avere volteggiato sul piazzale scaricando volantini, fece rotta verso nord, atterrando a Boscobasso Riva, una brughiera di Capriolo dissodata dai disoccupati del paese. Era partito dal campo di aviazione di Taliedo, costruito nel 1910, il primo e solo aeroporto di Milano fino agli anni Trenta. Dal velivolo scesero personalità militari e civili, come il capo di Stato maggiore del Corpo d'Armata di Milano, generale Biancardi e il tenente Alberto Paratico.

Gli autorevoli ospiti, in automobile, raggiunsero poi la chiesa parrocchiale di Palazzolo per la messa e la benedizione della bandiera donata dalle donne della città.

L'Associazione Combattenti e Reduci locale era nata ufficialmente una settimana prima, il 22 giugno, su iniziativa di Gian Marco Vezzoli. II Consiglio direttivo provvisorio era costituito da Gerolamo Rossini, Giuseppe Villa, Anselmo Rainoldi, Domenico Vescia, Ferdinando Brescianini, Francesco Spada, Giuseppe Camossi e Pietro Valsecchi.

Dopo la benedizione si formò il corteo, preceduto dalla banda musicale, diretto nel piazzale del Mercato. Centinaia di scolari con le maestre, cittadini, autorità, rappresentanze, riempirono la piazza già colma di gente. Una compagnia di fanti era schierata per il servizio d'ordine. Dal palco, coperto di drappi tricolori, gli oratori potevano osservare tra la folla le bandiere e i labari della Società Operaia di mutuo soccorso maschile, di quella femminile, della Società Operaia cattolica, della Società Operaia della ditta Ambrogio Binda, della ditta Nulli, delle Unioni del lavoro, dell'Associazione liberale democratica, del Bottonificio Lozio, del Tiro a segno nazionale, dell'Officina Calci e Cementi, della Società Reduci delle patrie battaglie. Tutta la cittadina, insomma, era presente nelle sue varie articolazioni politiche, sociali, produttive. Mancava soltanto il sindaco, Antonio Sufflico: un malanno lo costringeva a casa, proprio nel giorno in cui la sua città onorava i martiri e fra loro suo figlio Giovanni Battista.

I discorsi toccarono i temi consueti: l'onore dovuto ai caduti, il rispetto conquistato dai combattenti, la fede per il re e la patria, il dovere e il lavoro come mezzi per risollevare il Paese prostrato dal conflitto. Quindi il generale Ravelli, comandante della Divisione territoriale di Brescia, consegnò le decorazioni in un clima di grande commozione. La lettura delle motivazioni era seguita in un silenzio religioso e alla fine sottolineata da scroscianti applausi. Medaglia d'argento alla memoria al soldato Francesco Bianchi di Erbusco: partecipava con mirabile slancio ai ripetuti violenti assalti contro una posizione nemica disimpegnando con coraggio non comune il servizio di porta munizioni malgrado l'infuriare del bombardamento finché, colpito da una granata nemica, cadeva gloriosamente sul campo. Castagnevizza, 19 agosto 1917. Medaglia di bronzo al sergente Carlo Beni, di Palazzolo: con l'esempio e con la parola trascinava i suoi dipendenti all'attacco di una posizione violentemente battuta dal nemico, incitandoli alla resistenza durante i contrattacchi e guidandoli piu volte all'assalto. Grazigna 24-26 maggio 1917. Uguale riconoscimento al porta-feriti Giuseppe Villa, di Palazzolo: sotto l'intenso fuoco nemico di mitragliatrici e di artiglieria, sprezzante del pericolo, con animo calmo e sereno passava varie volte su di una passerella, trasportando numerosi feriti ai posti di medicamento, dopo di avere loro apprestate le prime cure. Fiume Timavo, 28 maggio 1917. Croci di guerra ai palazzolesi Giovanni Gamba, Angelo Marini (caporal maggiore), Guglielmo Faletti, Giovanni Lancini (caporale), Giuseppe Frattini, Pietro Zanotti (caporal maggiore), Pietro Bertoli, Urbano Belotti. Distintivo per le fatiche di guerra a Luigi Zani. Alla fine della cerimonia, il generale Ravelli donò duecento lire ai mutilati di guerra Francesco Fratus e Giovanni Colombi, altrettante ai combattenti Giuseppe Milini e Alfredo Rossi. Il corteo si trasferì al camposanto per l'omaggio alla stele dei caduti. Stavolta l'intervento rituale toccò al generale Biancardi, a nome del Corpo d'Armata; una nobildonna, finalmente, pronunciò parole tutt'altro che scontate, ricordando la considerazione, la solidarietà e il rispetto dovuti ai combattenti, soprattutto da parte dei giovani privilegiati rimasti a lavorare negli opifici e da parte degli industriali che con la guerra si erano arricchiti. Nel pomeriggio la giornata ebbe un sapore più festaiolo, con l'estrazione dei premi della lotteria (ben tremila lire), il cui ricavato fu versato al fondo cassa dei mutilati. Allo stesso scopo era aperta una sottoscrizione agli sportelli della Banca Popolare di Palazzolo".

Il Giornale di Palazzolo, 1 giugno 2010