Margherita bigot lozio e la sua donazione
pubblicato il: 01/05/2010
da: Il giornale di palazzolo s/o
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Margherita Bigot Lozio e la sua preziosa donazione

 

Margherita Lozio Marini, mi ha passato alcune pagine della tesi di laurea della dott.Federica Rossi: Dalla libreria Gandusio alla biblioteca San Genesio. Libri e documenti teatrali di Casa Lyda Borelli, in cui si narra di una preziosa donazione di libri da parte della nonna Margherita Bigot Lozio alla casa bolognese. Veniamo così a sapere che nonna Margherita “non svolse mai attività artistica, anche se fu grande appassionata di teatro e donna di cultura e aveva due stanze in boiserie, in cui conservava una biblioteca di circa duemila volumi. Oltre a romanzi italiani e stranieri, possedeva la grande enciclopedia Treccani, vari libri di carattere geografico e molti libretti di opere liriche. Il tutto ben catalogato e ordinato”.

La signora Bigot , prendendo spunto da un articolo di Giovanni Cenzato apparso sul “Corriere” nel marzo 1931, scrive a Lorenzo Ruggi: “Ho letto nel “Corriere della Sera” del 26 corrente l’interessante articolo di G. Cenzato sulla Casa di Riposo degli Artisti Drammatici di Bologna, creata, mattone per mattone dalla bontà di tanti! Ho letto che la biblioteca c’è... ma mancano i libri! E l’idea che gli ospiti di detta casa siano “monaci del Teatro Italiano” mi pare molto a proposito. Potrei offrire il primo nucleo? Toglierei dalla mia modesta biblioteca 85 volumi con un complesso di 400 commedie drammi ecc. tutti rilegati ed in perfetto stato. Mi pare che, per quanto io ami i libri, il più bel posto sarebbe costì. Li accettano? E potrei fare una domanda? La Sala Biblioteca perché non intitolarla alla Duse che tanto sognava il benessere degli artisti? I miei libri glieli offro in nome di questa donna, che ho avuto la fortuna di sentir recitare due volte sole, ma che m’ha lasciato nell’animo, non so se per la sua espressione artistica o per il fascino della sua anima delicata e profonda, una simpatia e un ricordo incancellabile. La sua memoria riviva dunque fra le tante commedie e fra i tanti artisti, che con la loro arte ci danno modo di astrarci un po’ dalla vita quotidiana per farci piangere o sorridere... ma sempre per renderci migliori".

L’intitolazione della biblioteca, suggerita dalla Bigot, non toccò alla Duse e, solo trent’anni dopo, divenne”Biblioteca Antonio Gandusio” a memoria della preziosa raccolta teatrale posseduta dal grande attore e donata quell’anno alla Casa dagli eredi.

In nota, la dott.Rossi, riporta preziose notizie biografiche raccolte grazie all’aiuto delle nipoti, e in particolare di Margherita Lozio Marini, che ci offrono alcuni spunti per una biografia della signora Bigot nata a Roma nel 1880 da padre di origine francese. Il nonno Antonio Bigot era venuto in Italia agli inizi del 1800 al seguito dell’armata francese, pare come cassiere dei rifornimenti. Nella sosta a Milano conobbe e sposò Emilia Biraghi. Successivamente si recò a Firenze ed in seguito si stabilì a Roma con la famiglia. Rimasta orfana in giovane età, Margherita Bigot si trasferì a Parigi dove rimase circa dieci anni. Li conobbe e sposò nel 1907 Luciano Lozio, con cui si trasferì a Palazzolo, dove abitò fino alla sua morte avvenuta nel 1983. Proprio per il suo lungo soggiorno all’estero, nella Enciclopedia bresciana di Antonio Fappani, dove è citata in quanto moglie del Lozio, prima direttore tecnico della Manifattura Bottoni di Palazzolo e poi importante industriale locale, viene detta erroneamente ‘parigina’. Insieme al marito operò a favore di istituti di beneficenza come l’Orfanatrofio Galignani di Palazzolo.

Il Giornale di Palazzolo,1 maggio 2010

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