Ritrovato il quinto arco del ponte
pubblicato il: 06/02/2015
da: Qui palazzolo
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Ritrovato il quinto arco del ponte

All’interrogativo di Comino è possibile oggi, dopo  cinquecento anni , dare una esauriente risposta.

Il quarto pilone del ponte è stato inglobato alla fine del XV secolo nelle opere di trasformazione  dell’antico xenodochio. Il quinto volto esiste ancora. Ed è stato localizzato sabato 26 aprile 1975. Durante i lavori che la ditta appaltatrice stava eseguendo per conto del Comune, per la posa di un tronco di fognatura e dell’acquedotto sul ponte romano, è comparso un avanzo di muratura sotto il livello stradale.

Fatta un’accurata ispezione e aperto un foro nel manufatto, io sindaco e limpresario, ci siamo  trovati di fronte, con piacevole sorpresa, al quinto arco del ponte.

Attraverso un’apertura, riavata al colmo dell’arco, si è potuti entrare all’interno dell’arcata, visibile per intero e libera dall’interramento, che raggiunge il livello dove l’arco s’imposta sui piloni.

L’arco è perfettamente conservato, è tutto in pietra, largo m. 4,90 e con un diametro di circa m. 8. Non presenta alcun rifacimento o aggiunta. La sua larghezza è quella originale  di tutto il ponte, com’era fino alla fine del sec. XV.

E’ la riconferma che gli allargamenti sui restanti quattro archi, effettuati in tempi diversi, sono avvenuti sempre a valle, per la larghezza di un metro e mezzo circa.

 

La descrizione del 1482 fatta da Gabriele Benzoli trova qui puntuale conferma. L’arco è affiancato, verso valle, da un ampio cunicolo a volta, in mattoni, che serviva da scolatore dell'acqua piovana della Piazza e che qui finiva nell’Oglio. Il terriccio portato da questo scarico ha riempito lo spazio fra i piloni che sostengono l’arco e che sono ormai invisibili. Sono invece chiaramente individuabili le pietre che fanno da base all’arco e, come nelle altre arcate, i punti dove furono appoggiati i sostegni delle volte. Nel proseguire lo scavo verso la Piazza non sono emersi altri manufatti consentendo di ritenere definitivamente chiusa l’ipotesi che di archi interrati ve ne fossero due.

 

Ponte e xenodochio strettamente legati

Nella descrizione del 1492 si legge che il ponte era difeso da due fortezze, come si vede dal disegno qui riprodotto.  Ponte e ospedale-ospizio per i viandanti e pellegrini, erano appoggiati l’uno all’altro. Solo che lo xenodochio era sorto nell’anno 876, quando il ponte aveva già 500 anni.

Durante lavori, iniziati nel 1495, per trasformare l’antico edificio in osteria e alloggiamento per  i soldati, con stalle e cucine sotto un porticato rivolto verso l’Oglio, si demolì il complesso del torrazzo (o fortezza), si inglobò l’ultimo pilone, ma si risparmiò l’arco per conservare lo scarico a fiume delle acque della Piazza del Mercato.

Quipalazzolo,6 febbraio 2015