Ritrovato il quinto arco del ponte
All’interrogativo di Comino è possibile oggi, dopo cinquecento anni , dare una esauriente risposta.
Il quarto pilone del ponte è stato inglobato alla fine del XV secolo nelle opere di trasformazione dell’antico xenodochio. Il quinto volto esiste ancora. Ed è stato localizzato sabato 26 aprile 1975. Durante i lavori che la ditta appaltatrice stava eseguendo per conto del Comune, per la posa di un tronco di fognatura e dell’acquedotto sul ponte romano, è comparso un avanzo di muratura sotto il livello stradale.
Fatta un’accurata ispezione e aperto un foro nel manufatto, io sindaco e limpresario, ci siamo trovati di fronte, con piacevole sorpresa, al quinto arco del ponte.
Attraverso un’apertura, riavata al colmo dell’arco, si è potuti entrare all’interno dell’arcata, visibile per intero e libera dall’interramento, che raggiunge il livello dove l’arco s’imposta sui piloni.
L’arco è perfettamente conservato, è tutto in pietra, largo m. 4,90 e con un diametro di circa m. 8. Non presenta alcun rifacimento o aggiunta. La sua larghezza è quella originale di tutto il ponte, com’era fino alla fine del sec. XV.
E’ la riconferma che gli allargamenti sui restanti quattro archi, effettuati in tempi diversi, sono avvenuti sempre a valle, per la larghezza di un metro e mezzo circa.
La descrizione del 1482 fatta da Gabriele Benzoli trova qui puntuale conferma. L’arco è affiancato, verso valle, da un ampio cunicolo a volta, in mattoni, che serviva da scolatore dell'acqua piovana della Piazza e che qui finiva nell’Oglio. Il terriccio portato da questo scarico ha riempito lo spazio fra i piloni che sostengono l’arco e che sono ormai invisibili. Sono invece chiaramente individuabili le pietre che fanno da base all’arco e, come nelle altre arcate, i punti dove furono appoggiati i sostegni delle volte. Nel proseguire lo scavo verso la Piazza non sono emersi altri manufatti consentendo di ritenere definitivamente chiusa l’ipotesi che di archi interrati ve ne fossero due.
Ponte e xenodochio strettamente legati
Nella descrizione del 1492 si legge che il ponte era difeso da due fortezze, come si vede dal disegno qui riprodotto. Ponte e ospedale-ospizio per i viandanti e pellegrini, erano appoggiati l’uno all’altro. Solo che lo xenodochio era sorto nell’anno 876, quando il ponte aveva già 500 anni.
Durante lavori, iniziati nel 1495, per trasformare l’antico edificio in osteria e alloggiamento per i soldati, con stalle e cucine sotto un porticato rivolto verso l’Oglio, si demolì il complesso del torrazzo (o fortezza), si inglobò l’ultimo pilone, ma si risparmiò l’arco per conservare lo scarico a fiume delle acque della Piazza del Mercato.
Quipalazzolo,6 febbraio 2015