La scomparsa del ramo dei molini
pubblicato il: 05/10/2014
da: Il giornale di palazzolo s/o
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La scomparsa del “ramo dei molini”

Quando parlo con chi è nato dopo il ’60 del Piazzale di fronte al Municipio, dove c’è il parcheggio e cerco di descrivere l’imponente complesso della Niggeler e Kupfer, sento solo delle esclamazioni: Ma davvero ? Sì, proprio così.

Ecco perché ho scelto, per la locandina che annuncia le quattro serate in  Fondazione, un’immagine degli anni 50, quando il “ramo” dell’Oglio scorreva accanto alla Via XX Settembre.

Dall’osservatorio privilegiato delle finestre della mia classe, sistemata nell’edificio di Via Galignani, potevo osservare l’imponente sequenza dei fabbricati dello stabilimento sorto nel 1875 sulle aree già occupate dai molini. Così ho assistito, dal 1958 in avanti, allo loro demolizione.

“E’ noto, si legge in una relazione della Giunta Comunale del 1884, che la NK acquistò in varie riprese tutti i piccoli fabbricati, macine e molini, che esistevano a nord  dello stabilimento e aveva preso accordi colla ditta Francesco Nulli per il ritiro della ruota che serviva ad animare una parte della sua fabbrica di pellami. Col completamento di tali acquisti la predetta ditta Schmidt e Niggeler si crede di essere entrata in  possesso di quella proprietà non solo, ma anche di essere diventata padrona assoluta di tutto il canale che fiancheggia,in linea di mattina, il suo stabilimento, ciò che francamente ha il coraggio di affermare coll’ultima sua lettera del 4 andante di cui vi si darà lettura. Niente meno che in quella lettera si rifiuta assolutamente di ottemperare a qualunque ingiunzione ad essa avesse a pervenire da questa Giunta Municipale, la quale invece, per dire il vero, avea in passato ottenuto di fare demolire alcune arginature, che si elevavano al di sopra del livello ordinario del fiume, a salvaguardia dei diritti dei terzi”.

Per salvaguardare tali diritti il Comune si avvalse del parere di tecnici di fiducia e”nel caso venisse assicurata la Giunta stessa di avere diritto di mettere il canale allo stato primitivo, di purgarlo di immondizie e di togliere tutti gli ostacoli che stanno a danno d’altri procedere possa a quegli atti che valgano a richiamare al dovere chi abusa di una posizione a tutto suo vantaggio…A provarvi finalmente l’incoerenza del procedere della più volte citata ditta, giovi anche farvi osservare che la stessa per non essere forzata a curare il vaso, si offrì a stabilire sulla sponda del canale a mattina di proprietà provinciale, una piccola pompa dalla quale potesse essere da chicchessia estratta l’acqua potabile. Ma così non avvenne”.

Per capire  a fondo questa lunga vertenza, che si concluderà nel 1884, va precisato che la NK aveva bisogno di molta forza motrice per lo stabilimento e cercava di otturare tutti gli scarichi a fiume per concentrare tutto il volume d’acqua all’uscita del ramo nel fiume Oglio.

Quando, per motivi di concentrazione della produzione, la NK potenzia lo stabilimento di Capriolo e  inizia la demolizione dei fabbricati di Palazzolo, scarica nel canale tutto il materiale, nella convinzione che anche quel sedime fosse di sua proprietà.

Sappiamo poi come è andata a finire. Interviene il demanio a rivendicare la proprietà del canale ed il Comune acquisterà poi l’area già occupata dello stabilimento.

Solo nel maggio di quest’anno il demanio cederà gratuitamente al Comune l’area del “ram”.

Il Giornale di Palazzolo, 5 ottobre 2014