L'arte di matteo pedrali
pubblicato il: 01/01/2013
da: Il giornale di palazzolo s/o

L’arte del pittore Matteo Pedrali

Mario Pedrali aveva aperto nel 1961 in Piazza Roma una Galleria d’arte “La Cornice”. Passavo spesso davanti alla vetrina; una mattina vi compare “il Circo”, una grande tela del nostro Matteo, misura 110 x125. Mario mi invita ad entrare e mi dice che avrebbe piacere che il quadro finisse nelle mie mani. La cifra é troppo impegnativa per me. Ripiego su una Via Crucis, meno costosa.

Il “Circo” trova posto in casa di un carissimo amico, che, entrato in confidenza col pittore, avvia una raccolta altre sue opere. Passano gli anni e nel 1974 l’interesse per la pittura del Matteo si concretizza con la pubblicazione di una monografia. Il volume di 150 pagine, con 124 illustrazioni, si apre con un saggio critico di Mario De Micheli che scrive “ Matteo Pedrali ha oggi ha sessant’anni, ne aveva diciassette quando si iscrisse all’Accademia Carrara di Bergamo, ne aveva tre di più quando incominciò ad esporre le prime tele. Egli conta dunque alle spalle una lunga attività, mai interrotta. Eppure, sulla mappa artistica tracciata dalla critica anche più attenta , è abbastanza raro incontrare il suo nome. Perché ? Ecco: bisogna cominciare a rispondere a questa domanda, volendo scrivere su di lui. M’è capitato d’avere un rapporto meno approssimativo con la sua pittura soltanto nell’ottobre del ’71. Un artista, di cui stimo l’acuta sensibilità, mi aveva sollecitato a farlo, sicuro che l’incontro mi avrebbe procurato una felice sorpresa. E devo dire che la sorpresa ci fu…..Nella sua casa avita di Palazzolo sull’Oglio, trovai un uomo, un artista, intensamente raccolto in se stesso, animato timidamente da un interiore fervore. In questa casa, da cui era partito poco dopo l’Accademia per i suoi lunghi soggiorni a Roma, Venezia,Firenze, egli era ormai ritornato da tempo….

Palazzolo gli era riapparso come un porto sicuro, come un ritorno al mito favoloso della sua infanzia, allorché il suo grande nonno ritornava dall’Ungheria coi cavalli comprati nella puszta e la stalla echeggiava di nitriti e la piazzetta di fronte e la casa si riempivano di sensali, di fattori, di cavallanti. In fondo era proprio qui che, ragazzetto, si era scoperto pittore, dipingendo con le vernici rinvenute in qualche resto di barattolo buttato via, le sue prime immagini sulle porte della scuderia e sui muri. Ritornato a Palazzolo quindi, in un ambiente immutato, egli era riuscito a riannodare i fili della memoria alle circostanze di una realtà ritrovata nella sua immediata presenza.

Qui, entrando nella chiesa di San Giovanni, poteva rivedere l’affresco, folto di personaggi, ch’egli aveva eseguito a ventidue anni: un affresco che rivela la sua precoce maturità, avviata allo studio dei primitivi e dei classici; poteva incontrare di nuovo per le note strade uomini e donne che erano stati suoi ideali modelli; poteva riposare gli occhi sui cari luoghi di un tempo, portarsi sino alle sponde del Lago d’Iseo, che finirà per diventare più tardi la regione poetica più frequentata della sua fantasia…….

Pedrali ha cercato questo rapporto nella sua Palazzolo, nel suo lago. E questo fatto gli è costato una progressiva emarginazione dai calendari ufficiali. Oggi, intorno a lui e al suo lavoro, sta nascendo un nuovo interesse. E’ una giusta riparazione, a cui le parole che precedono vogliono apportare il loro contributo insieme con una convinta testimonianza”.

Per quella monografia, ebbi l’incarico di organizzare e preparare il repertorio delle mostre dal 1934 al 1971 ed una bibliografia per gli anni 1932-1973.

Si susseguono sue partecipazioni a mostre e concorsi nazionali e internazionali. Viene portata a compimento la grande tela destinata alla sala consigliare del Municipio.

Il primo marzo 1980 Matteo muore a 67 anni, stroncato da un infarto cardiaco. Trentacinque li ha passati insegnando nelle nostre scuole. I colleghi, in un libretto di testimonianze del giugno 1980, annotano: “ ora che Matteo cavalca cavalli d’infinito, è un piccolo sasso nella corrente della vita, perché altri riscoprano la sua figura d’uomo e di artista e la facciano conoscere, come merita”. Nel numero di settembre della rivista Memorie Illustri, nello scritto del prof. Giovanni Zanni, con argomento “Palazzolo nei giornali dal 1925 al 1952”, sono ricordati articoli che fanno riferimento ai primi anni della attività artistica del nostro Matteo,

La figlia ha consegnato alla Fondazione Cicogna-Rampana oggetti personali del padre, ritagli di giornali, locandine e altri documenti. La circostanza del centenario della nascita, che cadrà nel settembre prossimo , sarà occasione per presentare alla città questa raccolta.

Il Giornale di Palazzolo, 1 gennaio 2013