Hortst furhnam nella sua guida...
pubblicato il: 01/01/2010
da: Inedito
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Intervento alla serata del 26 novembre 2010

Horst Fuhrmam nella sua Guida al Medioevo, fa una premessa: Ciò che il lettore deve aspettarsi che contiene delle riflessioni che mi servono per introdurre il mio intervento.

a)Tante volte, coloro che mi considerano tout court uno storico, mi fanno domande tanto su quando è nato il nostro paese,quanto sulla mia opinione a proposito del primo documento in cui si parla di Palazzolo. La fiducia di queste persone mi imbarazza quando non posso dare risposte esaurienti.

Ricordo che il Mommsen diceva in tono di facezia “lo storico, in quanto tale, dovrebbe saper tutto, e la sua arte consiste nel non far capire il contrario”.

b)Rileggendo i miei scritti, nell’intenzione di ripubblicarli in un mio sito in occasione dei miei ottant’anni,mi accorgo come siano datati. La scusante sarebbe che a quale tempo non disponevo di altri elementi.

Le parole attribuite ad Einstein “la scienza è l’attuale stato dei nostri errori” possono apparire anche esagerate,ma i nostri scritti,non sono immutabili come i classici della letteratura. Il lettore ha il diritto di conoscere l’attuale stato della ricerca e non un articolo,forse storiograficamente rilevante,ma superato nel contenuto.

C) Come ogni studioso,anche lo storico vive del sapere e del lavoro degli altri. Questo “sapere degli altri” è indicato nei riferimenti bibliografici alla fine di ogni volume, ma all’autore dispiacerebbe se venissero individuati i suoi interventi, laddove egli, per citare Bernardo di Chartres, del secolo XII, sta come “un nano sulle spalle dei giganti”.

L’edifico storico dovrebbe produrre un effetto unitario, non mostrare le fasi costruttive delle precedenti ricerche e discussioni sull’argomento.

Se poi le “pietre” con cui l’edificio è stato innalzato, sono state prese a casaccio o addirittura inadatte, il danno sul tutto è chiaro.

Quando si perpetuano errori macroscopici di date su eventi o su personaggi si costringe poi ad un faticoso esercizio, ancorché antipatico,di correzione, che non sempre riesce.

Nell’Introduzione all’Istoria,a proposito delle fonti, il Pezzoni scrive:

-non ho risparmiato la lettura degli antichi scrittori

-di svolgere manoscritti di uomini celebri della Patria

-di far domande agli antenati del paese

-di consultare vari libri che mi potessero servire qualche lume.

Tutto cominciò

Ero proprio uno sprovveduto: tutto cominciò con il prestito da aprte di un amico (Dino Mora) di due pubblicazioni su Palazzolo:Ai caduti…. del 1926 e I bombardamenti.. del 1946.

Era il tempo in cui a scuola si insisteva sull’ambiente, sull’esperienza culturale che parte dall’intorno, dal particolare all’universale.

Dalla stamperia scolastica in funzione nella mia classe, metodo Freinet, escono i due opuscoli:Conosci la tua città (161-62).

Frequento l’archivio comunale collocato nel sottotetto del Municipio. C’è un inventario sintetico appeso all’ingresso e i falconi polverosi non avevano l’aria di essere stati consultati di frequente. Perché la nostra città si appresta a celebrare il Centenario del ’59, prendo l’impegno con me stesso di passare in rassegna i materiali che possono servire a lumeggiare la storia locale degli ultimi cento anni. escono 10 puntate sulla Voce di Palazzolo,dal 23 aprile 61 al 20 febbraio 62, riguardanti gli anni 1860-1899. Facendo un salto indietro nel tempo raccolgo materiale che pubblico,sempre sulla Voce, dal marzo al dicembre 62, sulle vicende dal 1796 al 1799. Avevo trascurato gli anni 1800-1859. Mi mancavano materiali per quel periodo.

Come avviare alla conoscenza del luogo in cui sei nato e vivi. Ci vuole un’associazione: Con un gruppo di amici e colleghi (Barberis, Pagani…) ci si trova nel dicembre 1962 e nasce la Società Storica Palazzolese. Primo frutto del’attività del gruppo la rivista Memorie illustri, che esce sei mesi dopo, nel giugno 1963.

Nel 1958 era nata la pagina della Voce di Palazzolo, sulle cui pagine venivano ospitati contributi, dibattiti sulle vicende storiche del nostro territorio. Vi scrivevano, il prof. Zagni, il Vecchio Paol, Gino Giudici, Franca Calzavacca, Stefano Dotti. Anch’io mi cimentavo con brevi appunti (anni 1959-60).

All’inizio del ’60 scrivo 5 puntate in cui riassumo le vicende elettorali dal 1946… e nel ’61-62 escono dieci puntate sulla storia dal 1859 al 1899.

Dal marzo 1962 inizia un’altra serie di appunti sugli avvenimenti dal 1796 al 1799.

Per oltre vent’anni continuo a pubblicare, come redattore le Memorie illustri con direzione di Carlo Angelo Borselli. Il periodico semestrale, diventa trimestrale, ha due allegati a colori , tre monografie, cinque volumi di fonti. in tutto 3368 pagine: Nel giugno 83 per celebrare i vent’anni della rivista, esce “I mille anni di Palazzolo:elenco dei libri, opuscoli e articoli di periodici dal 1805 al 1882”. Nel giugno dell’anno 2000 la rivista riprende le pubblicazioni.

Dopo l’uscita del primo numero delle Memorie Illustri, un lettore scrive su un quotidiano di Bergamo che, in realtà in quel numero della rivista non c’era nulla di nuovo. Questo giudizio così tranciante, è stato come il comburente che fa divampare l’incendio.

Era evidente che bisognava uscire dalla linea del ripetere o riprendere “storie” gia raccontate,per rivolgersi alle fonti.

Ho cominciato con quelle presenti in pubblicazioni varie: la peste del 1630, ottobre 1964, con la relazione del medico bresciano M.Antonio Ducco, pubblicata in latino dal Guerrini nel 1931 nelle cronache bresciane inedite.

Altra occasione fu la visita all’Archivio della curia milanese: lì erano conservati gli atti della visita apostolica di San Carlo alla diocesi di Brescia. Fu un impegno non da poco, decifrare documenti, varie stesure, scritti in latino della fine del 1500, irti di abbreviazioni e termini tecnici. Sono ricorso ad aiuti importanti: dott.Ornello Valetti, direttore della Queriniana, don Ottavio Cavalleri, scrittore presso l’archivio segreto vaticano di Roma, che fece la presentazione del volume.

Sono le fonti a fami da guida “colligite fragmenta ne pereant”.Mi sono avviato su questa strada.

Nel 1968 ottengo microfilm delle “memorie mie”del Rosa, ricuperati a Mantova, mi interesso delle scuole pubbliche e private a Palazzolo nei secoli XVII-XIX. Il Chiappa aveva pubblicato nel dicembre del 64 la monografia “una scuola pubblica di grammatica Palazzolo nella seconda metà del 1400”.

Grazie all’aiuto di mons. Masetti Zanini, archivista dell’ archivio vescovile di Brescia, mi dedico alla lettura e pubblicazione degli atti delle visite pastorali.

La banca m.Popolare Agricola di Palazzolo, si appresta a celebrare il centenario della nascita. Il direttore, Cottinelli, mi convoca in sede e mi propone di stendere una relazione sulle attività economiche della zona. Per la storia della banca ci pensa il prof. Tancredi Bianchi, di Bergamo. Nel volume presentato nel maggio 72 figura il mio studio sullo sviluppo storico dell’economia palazzolese.

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