Come si onorò il patrono nell'ormai lontano 1869
pubblicato il: 08/05/1965
da: La voce di palazzolo

Come si onorò il patrono nell’ormai lontano 1896

I solenni festeggiamenti che si stanno preparando per il primo Millenario del ritrovamento del corpo del nostro Santo protettore, ci hanno stimolato a cercare delle notizie giornalistiche sulle grandi feste che vennero indette nel maggio 1896 allorché venne inaugurata la nuova statua del Santo posta sopra la torre del Popolo. In quella occasione il compianto Arciprete Don Ferdinando Cremona, dava alle stampe un opuscolo di 33 pagine contenente “Memorie intorno alla vita di S. Fedele Martire protettore di Palazzolo s.O.” stampato a Como dallo stabilimento Tipo-Litografico di Romeo Longatti, e il poeta Demetrio Ondei diffondeva, coi tipi della Tipografia di Angelo Maver, un cartoncino riproducente un’ode “A San Fedele, in occasione delle feste inaugurali al nuovo simulacro sulla Torre del Popolo in Palazzolo sull’Oglio.”

La stampa dell’epoca riporta delle corrispondenze da Palazzolo che ci pare utile riprodurre come ricordo vivo di quei festeggiamenti. Il “Cittadino di Brescia” nel suo numero dell’otto maggio 1896 riportava in terza pagina i “programmi delle feste” che si faranno a Palazzolo sull’Oglio nei giorni 9-10.11 maggio per l’inaugurazione della statua colossale e artistica di San Fedele Martire, sulla Torre del Popolo:

Sabato, 9 maggio. – (ore sette pomeridiane) solenne ricevimento alla stazione ferroviaria dell’ III.mo Rev. Arcivescovo di Antivari (Montenegro) e dei Revv. Vescovi di Brescia di Lodi e Como. Visita alla Parrocchiale.

Domenica 10. – ore 4,30 (antimeridiane). Annuncio inaugurale delle feste per la premiata Banda locale – ore 6: Santa Messa del Vescovo di Brescia e Comunione generale – ore 10: Messa Pontificale dello Arcivescovo di Antivari con musica di 40 parti del m.o Bettinelli (omelia) – ore 15: Vespri Pontificali in musica, indi solennissima processione con orchestra e corpo musicale del paese – ore 20: grande luminaria del paese e della torre, con esecuzioni straordinarie del sig. Boni di Stezzano e di altri col sistemo Ottino. Concerti di vari corpi musicali.

Lunedì 11. – ore 6: Santa Messa del Vescovo di Lodi – ore 8: S. Messa dell’Arcivescovo di Antivari – ore 10: Pontificale di S. E. il Vescovo di Como con assistenza di altri prelati e Musica del m.o Cagnoni in 50 parti con l’intervento dei primari artisti: fra cui il cav. Pasini – Discorso omelico dell’Arcivescovo d’Antivari – ore 15: Vespri pontificali – Te Deum Benedizione col SS. Sacramento – ore 20: grande macchina pirotecnica e varietà di fuochi artificiali dei Fratelli Martinelli di Bergamo sulla Piazza Roma. Illuminazione generale e scelto programma musicale.

NB. – Le Sante Cresime avranno luogo negli intervalli delle Funzioni.

Domenica e Lunedì alle ore 13 e 15 grande ascensione aerostatica con esperimento di discensore automatico scorrevole su corda metallica che darà il capitano Baronio Girolamo. Il giorno stesso aggiungeva inoltre che “nell’occasione di queste solennità si ebbe pure la gioia di veder accolti nel seno della Chiesa cattolica due giovanetti protestanti: la signorina Barbarina e suo fratello Alfredo Virgler i quali ricevettero il battesimo, sotto condizione, in forma solenne alla vigilia delle feste. La funzione fu così commovente che a molti attirò le lacrime”.

UNA STATUA GIGANTESCA

La Provincia di Brescia del 10-5-1896 nella cronaca portava queste corrispondenze “Per le Feste di San Fedele”: Oggi, primo giorno delle feste inaugurali della Statua di San Fedele, che la borgata celebra colla maggiore solennità. Questa mole artistica e gigantesca è adatta al colosso della nostra torre sulla cui sommità campeggia.

La statua misura metri 6,80 di altezza, è in costume da guerriero romano, in atteggiamento di riposo, con l’asta a terra, mentre tiene la palma del martirio colla sinistra, ha la faccia rivolta al placido Oglio che scorre maestosamente nel cuore del paese. Fu modellata dal distinto scultore Ricci Antonio di Chiari residente a Milano, e gettata in rame nello stabilimento Vittorio Turati. Fu la prima opera col sistema della galvano plastica in Italia.

Pesa in totale, compresa l’armatura, 17 quintali ed è il più riuscito lavoro di questa non facile arte, onde spetta rode sincera al coraggioso industriale che, coadiuvato dal distinto progettista, poterono uniti riuscire nell’intento con l’aiuto del solerte comitato locale.

Per queste feste non vi ha casa del paese, dal patrizio al possidente, dall’industriale all’esercente, dall’operaio al proletario, dall’Arciprete al chierico ed ai frati Minori di Cividino, che non abbia in questi giorni il lusso di uno o più commensali per festeggiare il grande avvenimento per il quale intervennero quattro Vescovi: quello di Montenegro, e quelli di Brescia, Lodi e Crema.

Abbiamo due grandi messe in musica, una dell’ora compianto comm. Cagnoni, e l’altro del simpatico maestro Bettinelli di qui, con cinquanta parti d’orchestra e col distinto tenore cavalier Pasini. Illuminazione, fuochi, ascensione dell’aeronauta Baronio, insomma tutto un programma attraentissimo, se almeno come si spera, Giove Pluvio non verrà a mettere il bastone nelle ruote.

Lunedì 11 maggio 1896 – Palazzolo, 10 – il concorso del pubblico alla tanto aspettata nostra solennità fu veramente immenso. La follas che transitava oggi per il paese era enorme; tutti gli alberghi, le trattorie, le case private rigurgitavano di forestieri; fortunosamente mentre ieri sera il tempo ha guastato un po’ la festa, oggi il sole rifulgeva splendido e dava ancor maggiore gaiezza al paese.

Tutte le vie sono addobbate ed illuminate ad olio, col sistema Ottino, di stupendo effetto. Anche l’intensità delle lampade dell’illuminazione elettrica pubblica venne in molti punti aumentata. Insomma una festa completamente riuscita, e se come tutto promette, anche domani il tempo si manterrà bello, è certo che continuerà e si chiuderà con generale soddisfazione. Può quindi ben essere contento il solerte comitato (in cui erano anche molti liberali) che raccolti gli informi resti della colossale statua del Santo incendiatasi nel 1893, si assume la iniziativa e la raccolta delle offerte che vennero spontanee da ogni ceto di cittadini e riuscì a completare l’opera stessa senza disturbare l’eraria comunale, riservando però al Comune l’alto patronato nell’esecuzione dell’opera stessa.

DIRITTO DI SUPREMAZIA

Vi furono però dei tentativi per menomare questo diritto di supremazia dell’autorità municipale (diritto tanto più incontrastabile in quanto la Torre su cui s’erge la tatua è di proprietà comunale), ma la parte liberale non volle né avrebbe naturalmente potuto transigere su questo: a questa condizione si ebbe l’accordo dei sentimenti e delle volontà e così ci è dato oggi vedere tutto il paese senza alcuna tutto il paese senza alcuna distinzione solennizzare nel migliore modo il festoso avvenimento.

Mercoledì 13 maggio 1896 – Palazzolo, 11 – Le feste di San Fedele – Borseggi – Già sapete del borseggio patito dal sig. Squassino. Anche a una signora di una borgata vicina venne rubato un portafoglio contenente circa L.78. anche un altro buon uomo venne truffato di L.2. Speriamo che i RR. Carabinieri ed il solerte vigile municipale riescano a scopire gli autori.

Su questo fatto il “Cittadino” riferisce che “il sig. Squassino Angelo di Sant’Eufemia della Fonte, trovandosi nella Chiesa di Palazzolo si accorse che un Tizio stava per borseggiarlo. Questi vistosi scoperto sgattaiolò fra la folla fuori della Chiesa. Giunto sulla piazza, pedinato, dallo stesso Squassino, trasse un coltello in atto minaccioso, ma fu ben presto agguantato dalla B. Arma e tratto in arresto”.

GIORNATA INDIMENTICABILE

Continua la “Provincia”: “L’illuminazione riuscì splendida e i tre comitati di Mura, Piazza e Riva andarono a gara per renderla variata ed elegante. Al tocco dopo mezzanotte pareva d’essere in pieno giorno e anche il concorso di gentili signore e signorine e uomini di ogni ceto durò fino a tarda notte. Pure oggi splendida giornata e immenso il concorso di gente anche alla Chiesa dove si eseguì benissimo la Messa del compianto maestro Cagnoni.

Alle tre Baronio fece la sua ascensione in pallone. Domani vi scriverò dandovi relazione della chiusura delle feste.

Giovedì 14 maggio – Palazzolo, 12 – La chiusura delle feste – Anche l’ultimo giorno delle feste fu splendido ed immenso il concorso dei forestieri. Anche la musica delle messe del m.o Bettinelli e del m.o Cagnoni piacque moltissimo e fu egregiamente eseguita.

In tutte e tre le giornate fece un vero “tour de force” la brava musica municipale. I fuochi d’artificio riuscirono splendidamente per cura dei bravi fratelli Martinelli di Bergamo. Così fra la soddisfazione generale si chiusero queste feste cui prese parte col cuore tutta intera la popolazione.”

Siccome nella corrispondenza del giorno 10 vi è accenno a una diversità di vedute tra il municipio (con i rappresentanti liberali) e la autorità ecclesiastica vogliamo ricordare un fatto che avvenne dopo pochi mesi e che serve a farci vedere come allora la questione “romana” dividesse ancora gli animi. Da una lettera autografa dell’Arciprete don Cremona in data 20 settembre 1896 si apprende che sulla torre, in mano alla statua si San Fedele venne issata il 20 settembre la bandiera italiana (con stemma sabaudo) e allora i sacerdoti, parroco in testa, insorsero protestando con una vibrante lettera.

La voce di Palazzolo, 8 maggio 1965