Ordini dati da san carlo per la chiesa di s.rocco nel 1580
pubblicato il: 01/12/1965
da: La semente

ORDINI DATI DA SAN CARLO

Per conoscere altri particolari sulla chiesa, bisogna rifarsi ai documenti delle Visite Pastorali che i Vescovi di Brescia fecero periodicamente alla nostra Parrocchia nei secoli passati.

In quelli relativi alla visita del vescovo Domenica Bollani venuto a Palazzolo il 6 settembre 1565 (pubblicati in parte da mons. Guerrini nel 1915) è detto solo che, come altre chiese, anche quella di San Rocco è senza nessun reddito.

Per trovare un’ampia descrizione dell’Oratorio bisogna ricorrere agli atti della Visita Apostolica di San Carlo Borromeo del 1580. Il Cardinale mandò a Palazzolo mons. Ottaviano Abbiati de Foreriis che nei giorni 17-21 luglio 1580 andò visitando tutte le nostre chiese. Per quella di San Rocco lasciò scritto così:

“L’oratorio di San Rocco è situato fuori dalla cinta muraria del paese di Palazzolo; non è consacrato e abbastanza ampio e comodo.Consta di una sola navata, chiusa più in alto con copertura di laterizi. Ha un unico altare non consacrato e, confezionato con assi e portatile e senza alcuna pradella di legno davanti.

C’è una campana sopra il campanile sostenuta da due colonne.

Ha un unico paramento e nessun candelabro.Possiede due pertiche di terra coltivate a vigna, dalle quali si recava una moneta aurea per ogni anno senza alcun obbligo da soddisfare.

All’Oratorio è unita una stanza al piano terreno dove abita un eremita di nome Antonio.

Si è soliti celebrare la Messa solo nel giorno del Santo per devozione: oltre che in questo giorno non si celebra in nessun altro giorno dell’anno.Ci sono due finestrelle, munite di inferriate in ferro, delle quali si guarda in chiesa”.

San Carlo nei suoi Decreti di visita emanati nel seguente anno 1581 prescrisse quanto segue:

“Nell’oratorio di San Rocco:l’altare maggiore sia confezionato in pietra e in modo che aderisca alla parete.

Si usi, entro due mesi, una predella secondo la forma.

La medesima cappella sia chiusa, entro un mese, con cancelli almeno di legno.

Le finestre, da dove si guarda dentro l’oratorio, tolte le inferriate, siano chiuse entro otto giorni.

Sia aperta una finestra rotonda sopra la porta, che sia chiusa almeno con una tela.

Si preparino due candelabri in oricalco o almeno in legno decentemente dipinti.

Qui non si celebri finché l’altare sia costruito e le predette finestre attraverso le quali si guarda in chiesa non siano otturate.

Il custode di questo oratorio ottenga dall’Ordinario, entro un mese la facoltà scritta di portare l’abito religioso e di amministrare l’oratorio, in caso contrario lasci l’abito e la chiesa e sottostia alle pene a giudizio del rev. Ordinario”.

Se poi tutti questi ordini siano stati eseguiti non si è dato di sapere.

Nel novembre dell’anno 1599, diciannove anni dopo la venuta di San Carlo, il Vescovo di Brescia Marino Giorni effettuò una nuova visita pastorale ala nostra parrocchia e per la chiesa di San Rocco prescrisse: “sia posta una pietra consacrata nella messa dell’altare tra tre stati di assi sovrapposte. L’acquasantiera sia portata sul lato destro della porta principale”. (crf. F. Chiappa: “Atti della visita pastorale di mons. Giorgio Marini vescovo di Brescia fatta alla Parrocchiale di Palazzolo nel novembre del 1599” a pagg. 37 e 47).

Anche nei secoli successivi altri vescovi di Brescia vennero a visitare Palazzolo, ma gli atti di tali visite non sono ancora stati pubblicati e formeranno oggetto di una mia prossima ricerca.

Nel 1794, secondo quanto lasciò scritto ancora il Rosa nel suo “Calendario delle Feste e delle funzioni ecclesiastiche che si celebrano nella Chiesa di Palazzolo” (mss. presso la Biblioteca del Seminario di Mantova), risulta che “Ai 16 agosto: S. Rocco. Messa solenne nel suo Oratorio, quadra di Riva”. E fino a pochi anni fa ilo 15 agosto, festa dell’Assunzione della Madonna, al pomeriggio dopo il vespro cantato nella Chiesa parrocchiale, si veniva tutti alla chiesetta di S. Rocco e da qui si portava la statua del Santo nella parrocchiale nella quale si celebrava la solenne festa, essendo anche la seconda delle giornate di Ferragosto. Il 16, giorno dedicato a S. Rocco, di nuovo la statua del Santo era portata processionalmente nella sua chiesa.

C’è un altro particolare che non dobbiamo dimenticare ed è la consuetudine di appendere al bastone del Santo pellegrino dei grappoli d’uva bianca e nera, i cui acini vengono poi distribuiti ai malati dell’Ospedale.

Con l’estendersi del nucleo abitato cittadino, la chiesetta, un tempo campestre, venne a trovarsi al centro di una zona divenuta urbana e si cominciò a celebrarvi la S. Messa tutte le domeniche per la comodità degli abitanti vicini. Nel 1950, anno giubilare, come risulta anche dall'epigrafe dipinta sopra la porta principale, la chiesa venne restaurata, ampliata e decorata. Per il lodevole interessamento della Famiglia Carlo Marzoli venne arricchita nel 1956 di un nuovo presbiterio con la sovrastante cupola, anche se, in questa sistemazione, andò soggetto a modificazione il caratteristico e rustico portichetto d’ingresso.

Ora costituitasi la nuova Parrocchia di S. Paolo essa è divenuta il centro della vita religiosa del rione e ritornerà chiesa di S. Rocco, come un tempo, allorché verrà realizzato il grandioso progetto della nuova parrocchiale che sorgerà, grazie alla volontà realizzatrice del Parroco e dei Parrocchiani, sulla via Gavazzino, accanto al nuovo complesso dell’Oratorio da poco inaugurato.

La Semente, 1 dicembre 1965