Un murasco da capomastro ad architetto
pubblicato il: 15/10/2015
da: Il giornale di palazzolo s/o
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Un murasco da capomastro ad architetto: Carlo Antonico Manna (1769-1825)

 

Nel cuore di Mura, tra il  vicolo Foresti e la contrada di San Giovanni, a metà del ‘700 aveva la propria abitazione Domenico Manna,  proveniente da Induno, che nel  1755 qui aveva battezzato il suo secondogenito. Dalla terza moglie nel 1769  nasceva Carlo Antonio, che da capomastro avrà, nel settembre 1812, il riconoscimento  di “pubblico architetto civico e geometra patentato” .

In queste doppia veste  avrà incarichi importanti sia a Palazzolo, che in molti comuni del bresciano e bergamasco e rapporti con tecnici di alto valore nel settore delle acque e strade.

Suo massimo impegno : la ricostruzione del ponte romano

Il 12 giugno 1808 il Manna, scriveva al sig. ingegnere in Capo “Avendo presentito che li sig.ri ingegneri d’acque e strade abbiano progettato un nuovo ponte alla strada della parrocchia, giudicando essi insostituibile il ponte vecchio, come per dire la verità trovasi in cattivo stato, mi son fatto coraggio di sottometterle, sig. ing.re in Capo, alcune mie riflessioni, prima che ella passi ad un progetto, che portarebbe sommo discapito all’intero Paese, ed alla grandiosa chiesa stessa di recente costrutta.

Fatto serio esame in tutta la sua estensione ai piloni, che portano gli archi di detto ponte, non che agli archi stessi,trovo non essere momentaneo il pericolo, ma anzi sono d’avviso, che qualora ella volesse adottare per commodo del Paese di transitare sul medesimo ponte, io esibisco la mia opera per renderlo solido come se fosse costrutto di nuovo, sottostando a qualunque pericolo, e compromettendomi del proprio, o con idonea sicurtà a quanto offro.

Il lavoro tutto sarà ridotto a compimento entro il ventuno del mese di febbraro 1809 quando però le acque non eccedessero la solita altezza in detta stagione. Questo è quanto, sig. ing.in Capo, le posso sottomettere, assicurandola che il progetto non può che essere di sommo vantaggio al Governo e di grande interesse al paese. Mi pregio di contestarle i sensi della mia più distinta stima e considerazione”.  Così ebbe l’incarico di salvare dalla rovina e ridare nuova vita al nostro vecchio ponte.

Il Manna fu anche interpellato dalla Deputazione della nuova Torre per controllare la solidità del torrione della Mirabella, e avrà poi la direzione dei lavori , con assistenza giornaliera nell’opera di innalzamento della Torre.

Nel 1809 era incaricato di effettuare una perizia  sulle condizioni del pendente campanile della Pieve, poi  demolito.

Nel 1821 interviene nella costruzione di un’ala del nuovo ospedale, comprendente anche  la “ specieria”. Nei suoi faldoni conservati nell’Archivio di Stato di Brescia, sono centinaia i documenti di interesse palazzolese: descrizioni di beni di privati e del  beneficio parrocchiale; atti di divisione anche di grandi patrimoni come quelli di Girolamo Duranti e  dei fratelli Foresti; vendite di abitazioni, di filatoi, del quartiere di Mura; perizie su tronchi stradali. Atti che ci consentono di conoscere ed apprezzare le capacità professionali del murasco Carlo Antonio Manna, che morirà a 55 anni  nel 1825.

Il Giornale di Palazzolo, 15 ottobre 2015