CHIARI VUOLE SOFFIARE LA POSTA A PALAZZOLO
E’ noto che i Clarensi ostacolarono per dieci anni l’inizio della costruzione della nuova Torre.
Non è altrettanto conosciuta la vicenda legata alla nuova strada che gli stessi progettarono per privare Palazzolo dall’antica “stazione di posta”.
Prendo le mosse da ciò che scrisse il Chiappa nel suo studio su “Palazzolo e le poste”.
Già Marin Sanuto nel suo “Itinerario per la terraferma veneziana ” del 1483 descriveva il percorso della strada postale da Brescia a Bergamo, che lui aveva utilizzato. In dettaglio “ E’de qui a Bergamo miglia 34….et che xe da Brexa a Palazuol in tuto miglia 18…Or è miglia 16 fino a Bergamo…”.
La posta di Palazzolo si trova indicata , nel diario di viaggio da Milano a Vienna del 1597 : “…Canonica, Orniano, si passa il Serio a guazzo e s’entra nello stato de sigg.Veneziani. Da Grisalba a Palazuolo , bel borgo nel bresciano con un ponte sopra il fiume Oglio miglia 6, a Cocai, a Brescia città in piano..”
Come si vede, l’unica deviante per Milano, che scavalcasse Bergamo, aveva inizio alla posta di Palazzolo.
Nel 1787, dopo l’apertura del tronco stradale da Venezia a Milano passante per Chiari, qui viene collocata la stazione di posta e , con il supporto della Compagnia dei corrieri, si cerca di far decollare una tangenziale per collegare Coccaglio a Mornico, tagliando fuori Palazzolo, come è evidenziato nel disegno che si pubblica, del 1785.
I Palazzolesi per non perdere i vantaggi della posta, decidono di autotassarsi per realizzare un addolcimento delle salite e discese verso il ponte. Opera portata a termine nel 1789. Nell’occasione il 3 ottobre è demolito il portone adiacente la Rocchetta, che chiudeva l’accesso a Mura, come era avvenuto per la casa del Quartiere sempre a Mura, con lo scopo di consentire il transito di mezzi sempre più ingombranti.
Giovanni Pezzoni racconta molti dettagli su questi interventi, che avranno un seguito negli anni 1819-1827 colla nuova viabilità interna al paese che comporterà demolizioni di buona parte del centro storico.
Da documenti conservati nell’ Archivio di Stato di Brescia, Claudio Dotti ha copiato una interessante “Esposizione e difesa del progetto d’una nuova strada postale da Brescia a Bergamo”umiliata all’ecc. Senato veneto dalla Compagnia dei pubblici corrieri. Il documento di 22 pagine, motiva con abbondanza di dettagli il perché della richiesta. “Al conseguimento di tale importantissimo intento, scrivevano, opponevansi le strade rovinose e devastate sul tener di Palazzolo e le salite e discese per tutto il luogo di detta terra rendute già da moltissimi anni infami in tutta Italia,per ischivare i precipizi delle quali una gran parte di viaggiatori si adattano a tenere, da Milano a Castelnovo per la Germania e per Venezia, la strada di Mantova benché lunga 27 miglia di più della veneta”. Se i Clarensi sono sostenuti da Mauro Bettolini, i Palazzolesi si affidano al pubblico ingegnere Urbani di Bergamo, che assicurava che la nuova strada sarebbe risultata più lunga di un miglio e tre quarti dell’antica di Palazzolo. Si riconosce che “ l’antico stradone da Brescia per Bergamo altro discapito non porta che la sola scabrosità intermedia alla terra di Palazzolo. Ora la povera comunità è già impegnata a proprie spese per l’alleviamento di ratte ed accomodamento di sue strade.”
L’iniziativa clarense che mirava alla chiusura della posta palazzolese, per concentrare il tutto a Chiari, non ebbe seguito.
Quipalazzolo, 29 settembre 2015