Immaginare la Torre

Don Benedetto Galignani ci ha lasciato una Istoria della costruzione della nuova e magnifica parrocchiale, che copre gli anni dal 1748 al 1763, anno della sua morte, dalla quale ho tratto l’articolo “Vent’anni di lavoro per edificare la nuova parrocchiale”[1].

Altrettanto non è accaduto per la Torre del Popolo. Un cronista della Torre avrebbe potuto essere il dottor Giovanni Pezzoni, che dal 1812 al 1815 aveva tenuto un brogliaccio su cui veniva annotando la cronaca degli avvenimenti locali. Il secondo tomo dell’Istoria[2] si chiude coll’anno 1801, e rimanda al terzo per gli anni  1802 - 1811, che non si è ancora potuto trovare. Il Pezzoni, nato nel 1792, é nel 1810 a Pavia dove frequenta l’Università, dal 1813 è lontano da Palazzolo per il servizio militare e poi come medico a Sale Marasino e Pisogne. Il Rosa (1750-Pavia 1819) termina le sue Memorie patrie coll’anno 1774 e le Memorie mie le scrive a Pavia nel 1800, Giuseppe Omboni, annalista, muore nel 1777, don Galignani, cronista della nuova chiesa, nel 1763.

E’ probabile che, per questo insieme di circostanze, il periodo riguardante l’edificazione della Torre, sia rimasto senza un vero e proprio cronista.

Se non abbiamo un testimone oculare, che ha fissato sulla carta le fasi dell’innalzamento della Torre, è giocoforza ritornare ai documenti di archivio e soprattutto, visto che il monumento ci sta davanti ogni giorno,

utilizzare l’osservazione diretta.

Il confronto sul modo con cui é stata vissuta, dai nostri avi, l’edificazione dei due monumenti, Parrocchiale e Torre, mi ha convinto a rivedere le “carte” per un racconto, che si avvicini a quello del Galignani.  Mi sono di aiuto gli scritti del notaio Bonari[3] , il volume del Lanfranchi[4] e lo studio di G.Zanni[5].